8 June 2007

Milano secondo me

È proprio sporca. E mi sento già un po’ vecchia moralista nel dirlo ma i ragazzi devono proprio scriverlo su tutti i muri che sono passati di lì? Provate a fare la circonvallazione, una qualsiasi intendo: tra i Dumbo e i TDK tutte le case – ma dico tutte-tutte – sono lavagne. Il peggio è che paragonate alla street art degli autentici murales queste scritte non hanno senso.
Sul muro di casa mia abbiamo assistito a un ‘Buongiorno bambina, I love you’ di 3 metri per 3 che che pochi mesi dopo (allo scoppiare della coppia, abbiamo presunto) si è trasformato in un pasticciaccio brutto con tanto di secchiata di vernice viola a sottolineare la rottura.
Beh mi spiace per loro, ma il nostro muro giallo cosa c’entrava?
A Cuba per esempio i murales servono per parlare alla gente: chiamatelo mass media o strumento di propaganda, ma così è. Qui trovi di tutto: dalla spontaneità del ‘Batista asesino’ al più istituzionale ‘Hasta la victoria siempre’ dell’edificio che ospita il Ministero dell’Interno. poi scusate, qualcuno si ricorda di Diego Rivera e dei murales di Città del Messico? Ecco se solo penso a quelli mi viene il magone. 50 anni dopo la supponentissima Milano è piena di bombolettari grafomani che firmano qualsiasi cosa, persino i cestini della spazzatura.
Viene da chiedersi perché… ma vuoi vedere che se non vedono la loro firma ovunque gli piglia una crisi di identità? Ammazza che solidità interiore!
Per precisare, qui non si tratta di conformismo. Ma non esiste nessuna città europea che abbia i muri conciati così.

Per concludere una chicca: l’AMSA propone persino abbonamenti per la pulizia periodica dai pastrocchi. E con questo vi ho detto tutto.

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