26 June 2007

Suazo sì, Suazo no, Suazo mavalà

ieri si è felicemente concluso il tira-e-molla più caldo dell’estate: Suazo ha ritrovato la penna e ha firmato per l’inter. Ah, ecco, volevamo ben dire. Poi però aspetta un attimo, quello sulla maglia ha il numero 9, uhm, cosa ne sarà del fagiolone? Di Adriano intendo.
Dalla sardegna lui dice di voler rimanere all’Inter e io sinceramente non so cosa augurarmi. Se resta, per favore che non sia un anno come quello appena trascorso. Abbiamo fatto una fatica boia a credere che l’ombra dell’Imperatore sia sempre la sua e non quella di qualcun altro. Poi però l’idea che se ne vada un po’ rattrista. Eh già, noi con i brasiliani abbiamo un conto in sospeso e Adriano poteva in qualche modo curare qualche vecchia ferita. La prima volta che ho visto Adri era in un’amichevole estiva contro il Real Madrid. C’era una punizione da 25 metri o giù di lì da tirare e lui si è buttato nel gruppetto dei ragazzi per dire ‘tutti fermi la tiro io’. Da quella punizione è venuta fuori una rasoiata tesa e maestosa che ci ha lasciato a bocca aperta. Un gol da favola. Col senno di poi vien da pensare che la consapevolezza lo abbia fregato, anziché aiutarlo. Vabbè, sarà, comunque una sera l’ho incrociato, è un ragazzo… è giovanissimo! Troppo piccolo per le responsabilità che ha e per l’assedio che soffre. Non è mai bello fare paralleli, ma di Kakà non ne trovi un altro…

22 June 2007

Io amo quest'uomo

Sono ormai piu di 150 anni che non mi perdo una puntata di Colombo. Negli anni, ho piantato delle grane storiche pur di non perdermi neanche un minuto-secondo di trasmissione. C’è qualcosa di magnetico nel programma. Diciamo che la formula è non è trita, è stra-trita e dopo la prima puntata già sai come si svilupperà la trama, eppure non esiste nessun altro programma che abbia mai esercitato su di me lo stesso fascino ipnotico. Ci sono puntate che so praticamente a memoria: quella della coppia di scrittori in cui uno ammazza l’altro portandolo al cottage (che ho tra l’altro scoperto essere una puntata pilota), quella della diva che vive negli studios e che ha seppellito il marito sotto la fontana del giardinetto, quella dell’investigatore privato che viene smascherato per una lente a contatto e via dicendo. Colombo è un’istituzione sacra della mia vita televisiva alla quale non rinuncerei per niente al mondo. Lui i colpevoli li annusa subito, li riconosce dall’odore e li incastra con quello strabismo disarmante al quale non posso resistere. È un mix di buon senso contadino, fiuto poliziesco e intelligenza che ti inchioda, no dico, come si fa a resistere ad un uomo così? In più le sue puntate sono un pozzo di informazioni sullo stile e sul design degli anni sessanta: la colonna sonora, la sigla, le tappezzerie degli interni, i colletti assurdi delle camicie, i pigiama palazzo delle signore, le ciglia finte e le cotonature dei capelli, i pantaloni strizzati dei protagonisti maschili… è un pozzo infinito di informazioni visive che arricchisce il gusto di una puntata di cui ormai so tutto, purtroppo. Ma non importa, continuerò imperterrita a vederlo alla domenica sera, c’era una leggenda metropolitana che raccontava di milioni di lettere di protesta inviate al direttore del palinsesto di rete4 in seguito alla sua decisione di non mandarlo più in onda. La morale è che non sono sola, so che in giro ci sono altri malati come me che non vogliono guarire. Ma perché dovremmo, in fin dei conti?

19 June 2007

we will play it again


Mi basterà sapere che da qualche parte sei, e che prima o poi ci rivedremo.
Buon viaggio amico mio

13 June 2007

Hiding Women

L’altro giorno sul Corriere Magdi Allam raccontava che l’università americana del cairo, a detta sua l’ultimo baluardo dell’istruzione laica e liberale, ha introdotto l’obbligatorietà del velo per le sue studentesse.
Stiamo parlando di ‘niqab’ cioè il velo integrale, imposto alle studentesse dalla solerte magistratura egiziana.
Io, che non sono certo un’esperta del mondo islamico, continuo a non capire la necessità di nascondere le donne. La domanda è sincera, perché?
Cosa spinge a dover frapporre qualcosa tra il mondo maschile e femminile? Io dico paura. Anzi sono sicura, paura. Ma di cosa? Perché ci cerca sempre di umiliare le donne? Perché chiuderle dietro un velo, è davvero possibile che il viso di una donna faccia paura? La questione è ovviamente molto più complessa e sicuramente più dolorosa di quanto io la dipinga qui. Ma pensateci un po’, a cosa possa voler dire vivere la vita con un lenzuolo di tela spessa sulla testa. Si riesce ad imparare a relazionarsi con il mondo? Come si fa a dare un bacio a un’amica? E a mangiare in mensa? Non lo so, non mi immagino, sento solo un vago senso di oppressione.
Fossimo mai tentati di difendere il diritto di portare il velo qui in occidente, pensiamoci davvero bene, prima di decidere.

8 June 2007

Milano secondo me

È proprio sporca. E mi sento già un po’ vecchia moralista nel dirlo ma i ragazzi devono proprio scriverlo su tutti i muri che sono passati di lì? Provate a fare la circonvallazione, una qualsiasi intendo: tra i Dumbo e i TDK tutte le case – ma dico tutte-tutte – sono lavagne. Il peggio è che paragonate alla street art degli autentici murales queste scritte non hanno senso.
Sul muro di casa mia abbiamo assistito a un ‘Buongiorno bambina, I love you’ di 3 metri per 3 che che pochi mesi dopo (allo scoppiare della coppia, abbiamo presunto) si è trasformato in un pasticciaccio brutto con tanto di secchiata di vernice viola a sottolineare la rottura.
Beh mi spiace per loro, ma il nostro muro giallo cosa c’entrava?
A Cuba per esempio i murales servono per parlare alla gente: chiamatelo mass media o strumento di propaganda, ma così è. Qui trovi di tutto: dalla spontaneità del ‘Batista asesino’ al più istituzionale ‘Hasta la victoria siempre’ dell’edificio che ospita il Ministero dell’Interno. poi scusate, qualcuno si ricorda di Diego Rivera e dei murales di Città del Messico? Ecco se solo penso a quelli mi viene il magone. 50 anni dopo la supponentissima Milano è piena di bombolettari grafomani che firmano qualsiasi cosa, persino i cestini della spazzatura.
Viene da chiedersi perché… ma vuoi vedere che se non vedono la loro firma ovunque gli piglia una crisi di identità? Ammazza che solidità interiore!
Per precisare, qui non si tratta di conformismo. Ma non esiste nessuna città europea che abbia i muri conciati così.

Per concludere una chicca: l’AMSA propone persino abbonamenti per la pulizia periodica dai pastrocchi. E con questo vi ho detto tutto.

4 June 2007

Una briciola troppo grande

Dunque sono passati più di due mesi e nel frattempo è successo di tutto. L’inter ha vinto lo scudetto, il milan la champions e la roma la coppa italia. io ho persino fatto una settimana di ferie in cui ha piovuto a dirotto: direi perfetto!

In questi giorni ho però una spina nel cuore, il dolore di una perdita non ancora avvenuta e un grande amico che si sta lentamente spegnendo. Lui è fatto di una luce fioca che ancora resiste, è fatto di sorrisi disarmanti e grandi discussioni sul calcio. Lui vuole ancora parlare di calcio mercato, e io che ieri per farlo ridere gli ho detto che l’inter si era comprata Kakà mi sono sentita un po’ stupida in fondo. Lui è lì e da lì non andrà altrove, questa l’amara verità.
Noi siamo solo formiche impegnate in un gioco di ruolo, costantemente impegnati a rinegoziare posizioni, supposizioni e visioni della vita. Com’è difficile accettare di non poter fare nulla, com’è difficile guardarsi allo specchio e scoprirsi formica, vestita di vanagloria e di finta onnipotenza. Mi scuso con chi crede nell’invincibilità della scienza e nel progresso continuo. Io oggi vedo solo tunnel di terra e una briciola troppo grande da trasportare.